Comune di Noventa Padovana
2006
Progetto di concorso
Davide Ruzzon
Iuri Trivella, Sofia Nicoli
Euro 3.975.000
Scuola di saperi e scuola dell'amicizia
Che cos'è una scuola elementare nel nostro tempo? Sicuramente è un luogo nel quale si trasmette la conoscenza, quella conoscenza, però, che sarà in grado di rendere facile l'apprendimento in età adolescenziale, in età matura ed oggi giustamente, addirittura nel corso di tutta la vita. Quale conoscenza dunque? Conoscenza 'elementare' dei saperi non disgiunta dall'esperienza dell'amicizia. La scuola è una piccola città dove si impara a parlare con chi non è parte della propria famiglia, del proprio gruppo di origine, della propria cultura. E' uno spazio che deve favorire la serenità del dialogo tra bambini e bambine, mediante occasioni offerte dai luoghi variamente articolati per le diverse forme di relazione di gruppo. E' un luogo dove la lezione si può svolgere nel modo canonico in classe oppure in piccoli gruppi, entro aule dedicate, oppure ancora in altri spazi interni, all'aperto o protetti da portici. Lo spazio deve sminuire la presenza di tagli prospettici centrali, rendere possibili anche modalità di relazioni poco formali ed estemporanee, tra bambini-bambini e gruppi di bambini ed insegnanti. Dunque non spazio privo di ordine, ma spazio di un ordine multiforme.
Il progetto ha definito un centro di attrazione verso il quale far tendere tutte le cellule didattiche: questa piazza interna accoglie chiunque dall'esterno e consente di raggiungere con immediatezza tutte le zone del complesso. E' uno spazio insieme di transito e di sosta, infatti si possono individuare al suo interno delle stanze semi-chiuse nelle quali sostare e parlare sia durante le pause che nel corso del tempo dell'insegnamento.
L'accesso è ben individuato dalla convergenza dello spazio polifunzionale della palestra e dell'edificio della mensa. Per i docenti e per il personale della struttura scolastica l'ingresso è spostato verso est più vicino ai parcheggi riservati. L'ingresso principale per gli alunni delle scuole e per i genitori è orientato verso sud in direzione dell'ambito di sosta temporanea, attrezzato per consentire un agile manovra di scarico dei bambini nelle ore di punta. Prima dell'ingresso sono organizzate delle sedute per favorire la sosta prima dell'inizio delle lezioni, durante le stagioni di mezzo che naturalmente lo consentono.
La palestra è concepita come spazio polifunzionale adatto a più scopi, in grado cioè di accogliere sia l'attività motoria dei ragazzi che iniziative di vario tipo: piccole rappresentazioni teatrali, dibattiti e discussioni. Per questi ulteriori obiettivi la sala è stata dotata di un palcoscenico con inserito nel sottopalco lo spazio per il deposito delle sedie per gli spettatori, infine il progetto dell'edificio prevede l'utilizzo di pannelli fonoassorbenti per il rivestimento delle pareti interne.
I tre laboratori sono concepiti come tre case comuni, che si rivolgono sullo spazio principale. Sono le sale nelle quali vengono rese possibile le esperienze formative più estroverse: la lingua di altre culture, l'informatica per comunicare con l'intero globo e l'arte per imparare a vedere oltre le cose visibili l'invisibile, infine lo spazio dei libri. Questi tre elementi si rivolgono sullo spazio centrale in modo da indicare geometrie ed orientamenti diversi da quello principale, sottolineato dalla lunga serie di aule incardinate sulla linea ortogonale all'asse visivo di Villa Giustiniani.
Uno di questi elementi inclinati è completato in pianta dalla mensa che si prolunga nel giardino verso via Cellini, in modo da sottolineare un secondo sistema di tracciati di scala urbana, oltre a quello della villa citata, costituito dall'orientamento delle divisioni agrarie che hanno ordinato per secoli il paesaggio agricolo dell'area poi trasformata ambito residenziale. L'intero lotto offre l'occasione per realizzare un punto di mediazione tra i due sistemi di riferimento: quello rurale e quello diagonale organizzato dall'asse della villa verso il Piovego.
La mensa al suo interno è suddivisa in due sale più piccole, in modo da rendere più familiare l'unità ambientale e migliore la sua resa acustica. Entrambe le salette si rivolgono verso il giardino.